Il mondo contro by Jacopo Olivieri

Il mondo contro by Jacopo Olivieri

autore:Jacopo Olivieri [Olivieri, Jacopo]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852094392
editore: Mondadori
pubblicato: 2019-07-11T12:00:00+00:00


13

«Oh, allora una figlia ce l’abbiamo ancora!»

«Perché, che ora è?»

L’espressione tra il severo e il sarcastico dell’uomo mutò istantaneamente, gli occhi puntavano la figlia come un radar.

“Ahia, dev’essere proprio tardi…”

«Sara, sono le nove e un quarto!» aggiunse la mamma dal divano. «La scuola è finita, sei in vacanza, va bene… ma potresti almeno avvisarci, se hai intenzione di rientrare dopocena.»

«Sì, lo sai che se stai fuori con i tuoi amici fino a sera non ci sono problemi, basta che tu ce lo dica…»

“Non mi fregate, con quel tono conciliante.”

«Almeno tieni l’iScroll acceso, la prossima volta! Ti avrò chiamato non so quante volte, ma rispondeva sempre la segreteria.»

Sara fece una smorfia di stupore. «Ah sì?»

Non le risultava di averlo mai spento, ma in effetti era strano che non avesse ricevuto nessuna chiamata per tutto il giorno. “Forse in Cortex il segnale viene bloccato?” Si risucchiò le labbra. “Devo stare più attenta, questo non è un gioco. E nessuno deve sospettare…”

Troppo tardi. Papà l’aveva raggiunta. Continuava a tenerle gli occhi addosso come se volesse entrarle dentro e scovare le risposte che cercava. Era da anni che non faceva così.

Le venne spontaneo toccarsi lo psy-pod, ormai completamente rivestito da uno strato di pelle e ridotto a un rilievo appena pronunciato. Adesso assomigliava a un neo incolore.

«Tesoro, tu… Cioè, non è che fai uso di qualcosa di… Be’, sintetico? Una di quelle sostanze nuove… no, vero?»

Dalla faccia tutta occhi di mamma, la ragazza capì che quel discorso non era casuale. Trattenne un sospiro di sollievo: non era lo psy-pod a preoccuparli. Né Medulla o Cortex. A ripensarci si sentì stupida. “Non sanno niente, non possono… mi devo dare una calmata.”

«Ma che dici?» replicò scandalizzata.

E lo era davvero. NeuroNet non aveva nulla a che vedere con le sostanze sintetiche di cui si parlava sul canale sociale o su quello medico. Era un’organizzazione clandestina, questo sì. E agiva ai margini, anche questo era vero. “Però…” Strinse i pugni lungo i fianchi. “Energie sprecate per niente.” I suoi non avrebbero capito di cosa si trattava neanche se li avesse trascinati di peso in Cortex. Intensificò la stretta. “Per loro la soluzione ai problemi è una ghiugga di bio-case… inutile.”

«Okay, sentite» cercò le parole giuste, e le venne un’idea. Tornò nei panni del suo alias di Neurone, determinato e focalizzato sull’obiettivo. E la sicurezza venne da sé. Le si sciolse perfino la lingua. «Non volevo farvi preoccupare. Ero in centro e non mi sono accorta che era così tardi. Stavo chiacchierando con gli altri e non mi è venuto in mente di controllare l’ora…»

Si chinò alzando l’estremità del pantalone elasticizzato, a mostrare lo smartwatch touch all’altezza della caviglia destra.

«Ah, ce l’hai ancora…» attaccò sua madre nel tono piagnucolante che usava quando era commossa, ma Sara la interruppe, non aveva tempo per quello.

«La prossima volta ve lo faccio sapere prima.» Le uscì un sorriso che, ne era certa, convinse entrambi del tutto. «E adesso vado a mettere l’iScroll in carica, non mi sono nemmeno accorta che si era spento!»

Non la fermarono, anzi, rimasero in salotto a guardarla mentre raggiungeva camera sua.



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